domenica 26 aprile 2020

STEP#11

Buongiorno a tutti, ho cercato nel web la declinazione del verbo che mi è stato assegnato in riferimento alla pandemia da Covid 19. Mi sono impegnato nella ricerca con particolare riguardo alla cosiddetta “Fase 2”, un po' per l'attualità della discussione e un po' per l' estrema problematicità della questione.

Ho individuato un articolo nel quale una società altoatesina, specializzata tra l'altro nell'innevamento programmato, ha trovato una soluzione per sanificare gli ambienti urbani e, in particolare, le strade: viene impiegato un camion con a bordo un generatore di neve, ad alte prestazioni, collegato ad una pompa, nel cui serbatoio è contenuto perossido di idrogeno solubilizzato in acqua e biodegradabile al 100%.

Tuttavia, sulla reale efficacia di questo trattamento restano molti dubbi. Certamente la pulizia del manto stradale contribuisce a calmare la psicosi di questi giorni, ma questa sorta di effetto placebo potrebbe creare addirittura più effetti negativi che benefici.

Camion che opera l'igenizzazione di una strada
Secondo il parere espresso dall’Istituto Superiore di Sanità, sarebbe opportuno proseguire la “ordinaria pulizia delle strade con saponi/detergenti convenzionali, assicurando tuttavia di evitare la produzione di polveri e aerosol”, dato che l’utilità della “disinfezione non è accertata in quanto non esiste alcuna evidenza che le superfici calpestabili siano implicate nella trasmissione del COVID- 19”. Al tempo stesso si mette in dubbio la reale efficacia del disinfettante su una “superficie complessa come la pavimentazione stradale”.

Le perplessità relative a questa forma di igienizzazione delle strade è tanto più urgente in considerazione che spesso le sostanze utilizzate non sono, come in Alto Adige, il perossido di idrogeno – quindi la comune acqua ossigenata – ma l'ipoclorito di sodio che è un acido inquinante per l'ambiente, soprattutto per le falde acquifere, e potenzialmente dannoso per la salute dell'uomo. Infatti, sempre secondo il parere espresso dall'Istituto Superiore di Sanità, la possibile origine “in presenza di materiali organici presenti sul pavimento di sottoprodotti estremamente pericolosi, quali clorammine e trialometani e altre sostanze cancerogene volatili” dovrebbe rappresentare, infine, un ulteriore fattore dissuasione al suo utilizzo.

Concludendo, non si può trascurare in questa fase di emergenza sanitaria, da un lato l'interesse delle aziende di settore di offrire i loro prodotti e servizi, indipendentemente dalla sussistenza di evidenze scientifiche circa la loro efficacia, e, dall'altro le pressioni politiche a cui gli amministratori locali sono sottoposti nel momento in cui debbono predisporre i piani di intervento a tutela della salute pubblica.

Tratto dal seguente link.

A presto.

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