venerdì 1 maggio 2020

STEP#12 parte 1

Bentornati, questo che segue è un breve appunto sull'impiego delle macchine idrauliche nel corso del Medioevo, che si svilupperà nei secoli secondo gli schemi dell'opera "De architectura" di Vitruvio, già più volte citato in questi post, che eserciterà la sua autorità almeno fino all'Illuminismo.


Nel Medioevo il contributo dato all'idraulica dal mondo arabo fu determinante, con particolare riguardo agli influssi esercitati dal trattato scritto da Al-Jazari, un matematico, inventore e ingegnere meccanico arabo, nato in Turchia nel 1136.

immagine raffigurante Al-Jazari
Egli è stato, infatti, il più importante esponente  della tradizione islamica della tecnologia. Fu autore del trattato di orologeria e di meccanica, "Il libro della conoscenza dei meccanismi ingegnosi", dove descrisse cinquanta dispositivi meccanici, tra i quali macchine per sollevare l'acqua, con le istruzioni per costruirle. In particolare, "la pompa a stantuffi sollevati da cremagliere mosse da settori dentati" è tra "i dispositivi più spettacolari".

"Dall'esperienza di Al-Jazari, e in certo modo anche sotto il suo influsso, nascono nell'Occidente medievale i primi trattati sulle macchine".

L'Islam inoltre assicurò la continuità della conoscenza con le civiltà antiche, in particolar modo con la cultura alessandrina.

Nell'area geografica interessata al primo sviluppo della civiltà araba, furono realizzate importanti opere di canalizzazione per la bonifica e per la distribuzione dell'acqua, con largo impiego del sifone, pressoché sconosciuto precedentemente. Inoltre "nell'Islam due sono le ruote ad acqua per il pompaggio: la saqiya, messa in moto da un animale o dall'uomo, e la più grande naura (da cui l'italiano 'noria', che serve a definire entrambe le macchine), posta in moto da una ruota a palette immersa nella corrente di un fiume o di un canale."

Nel Medioevo la ruota idraulica fu largamente usata in Europa per una grande varietà di usi industriali.

Il "Doomsday Book", il catasto inglese compilato nel 1086, ad esempio, cita 5624 mulini ad acqua quasi tutti di tipo vitruviano.

Tali mulini vennero usati per azionare segherie, follatoi, frantoi di minerali oltre che di cereali, mulini a pastelli per la lavorazione dei metalli, per alimentare i mantici delle fornaci e per una varietà di altri congegni.

Un'altra fonte di energia sviluppatasi nel Medioevo fu il mulino a vento.
Sviluppatosi in Persia nel VII secolo, pare sia derivato dalle più antiche ruote di preghiere azionate dal vento usate nell'Asia centrale. Durante il X secolo era largamente usato in Persia per pompare acqua e macinare frumento.

I mulini persiani erano costituiti da un edificio a due piani: nel piano inferiore si trovava una ruota orizzontale azionata da sei o dodici ali atte a prendere il vento, collegate ad un asse verticale, che trasmetteva il movimento alle macine situate al piano superiore, con una disposizione che ricorda quella dei mulini greci ad acqua.

Tratto dalle seguenti fonti:
Vittoria Marchis - Storia delle macchine - Tre millenni di cultura tecnologica

A presto.

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