lunedì 1 giugno 2020

STEP#19

Buon pomeriggio, il verbo/azione che mi è stato assegnato è strettamente connesso alla disciplina scientifica della pneumatica e dell'idraulica, ma anche a quella della geologia e della geotecnica.

La geologia è la disciplina scientifica che studia la terra sotto l'aspetto della sua composizione, della sua struttura e configurazione, della sua superficie e dei processi che vi operano, cercando di giungere alla conoscenza dell’evoluzione che esso ha avuto sin dai primordi della sua formazione.

Rappresentazione grafica dei vari
strati della Terra

E' una disciplina rilevante ai fine della valutazione delle risorse idriche, per l'individuazione ed il risanamento dei problemi ambientali, per la valutazione dei rischi, per l'individuazione delle risorse del sottosuolo (quali il carbone e gli idrocarburi), per lo studio dei mutamenti climatici e dell'ambiente naturale, per la pianificazione territoriale e la realizzazione di opere pubbliche e private.

Immagine raffigurante un vulcano in eruzione
Si suddivide poi in alcune discipline specializzate tra le quali le più note sono la Vulcanologia, la Sismologia, l'Idrogeologia, oggetto di studi ed approfondimenti specie in un Paese come l'Italia esposta ad una serie di rischi specifici.

Il verbo/azione pompare è strettamente connessa allo studio della disciplina della terra laddove l'azione della macchina si svolge nel sottosuolo, talvolta a profondità importanti, come nel caso della trivellazione di pozzi, dalla quale possono derivare conseguenze rilevanti.

A presto.

domenica 31 maggio 2020

STEP#18

Buongiorno a tutti, dovendo riferire un fatto di cronaca attinente al verbo/azione che mi è stato assegnato ho subito riflettuto al largo impiego delle pompe idrauliche in caso di gravi calamità naturali, quali alluvioni e incendi.

Pompiere impegnato nel
salvataggio di un koala
Ho pensato che potesse essere interessante approfondire uno dei fatti di cronaca più gravi avvenuti di recente in Australia. Eccone una breve sintesi.

Oltre 8 milioni di ettari di terra in fumo, 28 persone decedute, di cui 3 vigili del fuoco, migliaia di abitanti evacuati, oltre 3 mila abitazioni distrutte, un numero non quantificabile di animali morti e danni ambientali ed ecologici  incalcolabili in un ecosistema unica al mondo: sono i numeri delle conseguenze disastrose di uno degli incendi più gravi avvenuti di recente in Australia che hanno devastato il continente per otto medi: da luglio 2019 a febbraio 2020.

Giorgio Vacchiano, ricercatore e docente alla Statale di Milano, ha fornito una spiegazione scientifica del motivo per il quale questi roghi siano stati così difficili da arginare e spegnere.

Pompiere che usa una lancia antincendio
nelle operazioni di spegnimento
Lo scienziato ha spiegato che per estinguere un incendio è necessario eliminare il combustibile.

L'acqua e il ritardante lanciati dai mezzi aerei possono solo rallentare la combustione, ma per eliminare il combustibile servono le squadre di terra.

Incendi di chioma intensi come quelli che si sono sviluppati in Australia possono generare fiamme alte decine di metri, procedere a velocità superiori a dieci chilometri orari.

 
Motopompa per incendi
boschivi
Gli interventi di terra vengono effettuati ad opera di squadre di Vigili del Fuoco con azioni dirette da raffreddamento, volta ad arrestare o rallentare la combustione.

Il prodotto più utilizzato, per l'abbondanza, l'efficacia e il basso costo, è l'acqua. Questa, infatti, riscaldandosi ed evaporando, sottrae calore all'ambiente circostante. Ovviamente l'uso di additivi migliorano la sua efficacia.

A tal fine le squadre impiegano lance antincendio, naspi e manichette, autobotti, motopompe, atomizzatori, spesso associati agli interventi con lancio tramite aerei ed elicotteri.

Il Corpo dei Vigili del fuoco italiani utilizzano delle motopompe per incendio boschivo dotate di un'intelaiatura esterna per consentire il facile trasporto anche in luoghi difficilmente accessibili.

Presentano il vantaggio di essere leggere e consentono di erogare acqua fino ad una distanza di 240 metri. Le motopompe per incendio forestale possono lavorare ad una pressione di 30-40 bar e sono sempre dotate di un regolatore di pressione manuale.

A presto.

STEP#17

Bentornati, in questo nuovo post andremo a creare un abbecedario del verbo "pompare", ovvero assegneremo ad ogni lettera dell'alfabeto una parola che riguarda tale verbo.

A come Archimede
B come Benzina
C come Ctesibio
D come Diaframma
E come Elicopompa
F come Fluido
G come Greggio
H come Hopper
I come Idraulica
L come Liquido
M come Manuale
N come Noria
O come Olio
P come Pompieri
Q come Quota
R come Rotativa
S come Stantuffo
T come Turbomolecolare
U come Ugello
V come Vuoto
Z come Zaino

A presto.

domenica 17 maggio 2020

STEP#16

Bentornati, dopo essermi impegnato in ricerche relative al verbo/azione che mi è stato assegnato penso che il personaggio che più rappresenta tale verbo possa essere Ctesibio, il celebre scienziato greco, del quale abbiamo già parlato nel post: STEP#08.

Tutti gli autori antichi concordano nel considerare Ctesibio il fondatore della pneumatica, ovvero dello studio della trasmissione di forze attraverso l'uso dell'aria compressa, cosi come ricordato da Vitruvio nelle sue opere. Non è nota l'epoca in cui visse questo famoso ingegnere greco, ma si presume nel terzo secolo a.C. ed operò in Alessandria d'Egitto.

Come si legge nel libro dal titolo “Bizzarra Mente eccentrici e stravaganti dal mondo antico alla modernità”, di Maurizio Bettini e Omar Calabrese, “il modo in cui il celebre scienziato alessandrino pervenne alle sue scoperte è degno di essere ricordato”.

Immagine raffigurante Ctesibio
“Ctesibio era figlio di un barbiere, ed era già noto tanto per la sua ingegnosità quanto per la passione che portava alla tecnica. 
Un giorno pensò di costruire uno specchio scorrevole per la bottega del padre, fatto a questo modo: una volta che lo specchio fosse stato abbassato, e lo si volesse riportare in alto, un peso nascosto avrebbe dovuto spingerlo di nuovo su mediante una corda. 
Che cosa escogitò Ctesibio? Prima di tutto fissò un canale di legno sotto una trave, e vi inserì delle pulegge. Poi fece passare una corda attraverso questo canale e lo tirò fino all'angolo della stanza. 
Lì aveva piazzato dei tubicini, all'interno dei quali fece scendere una palla di piombo fissata alla corda. 
Accadde però qualcosa che Ctesibio non si attendeva. 
Il peso di piombo, infatti, scivolando giù per la strettezza dei tubi, comprimendo l'aria, quando questa usciva, densa e compressa com'era, produceva un sibilo. 
Ctesibio si accorse allora che i getti d'aria compressa, a contatto con l'atmosfera, provocano soffi rumorosi: applicando questi principi, Ctesibio fu in grado di costruire, per primo, macchine idrauliche."

Lo scienziato, come già scritto in altro post, è particolarmente ricordato per aver inventato la pompa aspirante e premente che ha trovato impiego sulle navi per lo svuotamento delle sentine. I romani la trasformarono in pompa per svuotare l'acqua dei cantieri, per evacuare l'acqua dalle miniere e per spegnere gli incendi. La pompa fu impiegata dai pompieri fino al Novecento.

Se ne può vedere il funzionamento nel breve video che segue del quale indico il link.

A presto.

STEP#15 parte 2

Buongiorno a tutti, esaminando le invenzioni del Novecento ho pensato di concentrare la mia attenzione anche su quelle macchine che sono progettate per il benessere della persona che, peraltro, costituisce un settore produttivo importante nel mondo.

Mi sono chiesto a quando risalisse la prima vasca idromassaggio la quale, per il suo funzionamento, necessita di una pompa ad aria, premesso che le vasche da bagno esistono da quasi quattro millenni: infatti, la prima la si fa comunemente risalire al 1700 a.C. nella Grecia antica.

La prima vasca idromassaggio è stata costruita dalla famiglia Jacuzzi  nella seconda metà del '900 e, come spesso accade con le invenzioni epocali, la sua ideazione fu casuale.

La famiglia, di origini italiane, qui sotto rappresentata, si trasferì in California intorno al 1917 e si dedicò principalmente alla progettazione e costruzione di pompe per irrigare i campi, eliche per aeroplani e ventole. L'azienda riuscì a riscuotere anche un considerevole successo.

La famiglia Jacuzzi

"Quando una grave forma di artrite reumatoide colpi Ken, il figlio più piccolo di Candido Jacuzzi, quest'ultimo, sfruttando la sua notevole inventiva e le sue competenze ingegneristiche, si mise all'opera per trovare un rimedio che alleviasse le sofferenze del giovane. Notando che le costose ed impegnative cure idroterapiche a cui Ken veniva sottoposto in ospedale, sortivano un effetto benefico, inventò un congegno che potesse funzionare tra le mura domestiche.

Pompa Jacuzzi J-300
Nacque così la J-300, una pompa sommersa che immetteva aria all'interno della vasca da bagno, effettuando un benefico e rilassante massaggio sul corpo immerso."

Fu solo nel 1968 che Roy Jacuzzi decisa di trasformare in progetto industriale la utile intuizione di Candido, avviando la produzione del primo modello di vasca idromassaggio con le bocchette integrate.

Se inizialmente l'idromassaggio era un prodotto esclusivo con costi particolarmente elevati, con il passare degli anni diventerà un prodotto sempre più diffuso, grazie anche ad un prezzo relativamente più accessibile.

Peraltro le aziende del settore hanno continuato nel tempo a migliorare la tecnologia e il design delle vasche, dando vita a progetti originali come l'idromassaggio airlpool, ove le bocchette, anziché sui fianchi, sono collocate sul fondo della vasca, oppure quelle che consentono di riprodurre i benefici di un massaggio professionale.

A presto.

STEP#15 parte 1

Nuovamente bentornati, trattando l'argomento dell'arte e delle sue espressioni nell'ambito del verbo/azione che mi è stato assegnato, ho avuto occasione di mostrare un dipinto del noto pittore americano Edward Hopper che rappresenta una pompa di benzina (STEP#12 parte 2).

Da qui la curiosità di conoscere le modalità di vendita dei carburanti per le prime automobili in circolazione e quale fosse la prima colonnina di benzina ad essere apparsa in Europa.

Primo prototipo di automobile
Dalla fine dell'Ottocento fino a circa il secondo decennio del Novecento, nel vecchio continente, la benzina veniva venduta solo da ambulanti sui loro carretti, oppure nelle drogherie e nelle farmacie. Il carburante veniva venduto in contenitori preconfezionati e sigillati. Un metodo di distribuzione certo poco pratico, ma del tutto sufficiente a soddisfare le esigenze davvero limitate dei pochi che circolavano in moto e di quelli, ancora meno, che si concedevano il lusso dell'automobile.

Le prime pompe moderne iniziano a vedersi, al di qua dell'Oceano Atlantico, nel 1910 in Francia; è solo con la fine della Prima Guerra Mondiale, però, sotto la spinta della crescente motorizzazione, che si assiste a una vera trasformazione infrastrutturale. Tra le pompe più avanzate dell'epoca, da segnalare quella dell'italiana Bergomi del 1918.

Per quanto rigurarda gli Stati Uniti, invece, dove il mercato automobilistico si sviluppò prima, le pompe di benzina fecero capolino già dal 1885. Sull'argomento ho trovato nel web questo interessante articolo apparso sul “Corriere della Sera” del 5 settembre 2016, a firma di Silvia Morosi e Paolo Rastelli.

Una delle prime stazioni di servizio
“Stanco delle fila per riempire la tanica di benzina, Sylvanus F. Bowser di Fort Wayne (Indiana) mette a punto una cisterna racchiusa in una botte di legno con un sistema di valvole, pompa a stantuffo, tubo di gomma e rubinetto. È il primo modello di pompa per la benzina, che Bowser consegna a un negoziante locale, Jake Gumper, il 5 settembre 1885. 

L’obiettivo non era il rifornimento delle automobili (non ancora utilizzate) ma il miglioramento della vendita al dettaglio della benzina utilizzata per stufe e lampade a petrolio. Il carburante veniva acquistato in emporio, ma l’operazione di riempimento della tanica era lunga. 

Il sistema serviva a Gumper per evitare che il kerosene desse un cattivo odore al burro che vendeva nello stesso locale. La compagnia , fondata da lui, aprirà filiali in tutto il mondo, al punto che per molto tempo il termine bowser sarà utilizzato per indicare genericamente una pompa di benzina”. 

Tratto dal seguente link.

A presto.

STEP#14 parte 2

Buongiorno a tutti, rifacendomi nuovamente ai post precedenti ho pensato che fosse interessante indagare circa il primo pozzo petrolifero aperto nella storia.

Si tratta di quello scavato a Titusville, un piccolo paesino in Pennsylvania che all'epoca contava appena 125 abitanti. Ad effettuare la prima trivellazione fu l'inventore statunitense Edwin Drake il 27 agosto 1859.

Immagine di Edwin Drake
Servendosi delle macchine per la produzione del sale, Drake scoprì il primo pozzo di petrolio alla profondità di 21,2 metri. L’idea di Drake era di estrarre il petrolio dal sottosuolo, pompandolo come si faceva con l’acqua. Progettò una torre di trivellazione basata sul semplice assemblaggio di un bastone di legno con una trivella a bilanciere, mossa da un movimento alternato verticale. In breve tempo riuscì a far sgorgare dal sottosuolo il petrolio.

Primo pozzo petrolifero

L’apertura del primo pozzo petrolifero redditizio della storia portò alla nascita, negli Stati Uniti, dell’industria petrolifera. In meno di due anni vennero realizzati oltre 340 pozzi e nel 1870 nacque la prima compagnia petrolifera, la Standard Oil dell'affarista J. D. Rockefeller destinata a diventare la prima grande compagnia petrolifera a livello mondiale, l'odierna Esso.

Passando ad esaminare l'Italia ho trovato queste informazioni sulla miniera di Vallezza che è una frazione di Fornovo di Taro (Parma), dismessa nel 1994.


In questo sito “sono conservate testimonianze dei metodi storici di estrazione petrolifera. In particolare è possibile esplorare i macchinari che permisero l'estrazione petrolifera con Pompa a Cavalletto singolo o con sistema estrattivo centralizzato”. Tale attività di sfruttamento della risorsa iniziò a partire dalla metà del XIX secolo.

“Il sistema con cavalletto singolo è il più semplice e il più diffuso di estrazione petrolifera nel passato. Tale tecnica è costituita da una pompa volumetrica a pistone, che viene installata direttamente sul pozzo per estrarre il liquido quando la pressione non è sufficiente a portarlo in superficie.

La pompa veniva azionata da un motore singolo che veniva installato in prossimità del pozzo e aveva la sola funzione di movimentare il cavalletto permettendo l'estrazione.

Pompa a Cavalletto singolo
La tecnica, completamente realizzata in loco, risulta una unicità nel panorama estrattivo del XX secolo. I pozzi sparsi lungo la vallata erano dotati di un sistema di pompe per l’estrazione e di un cavalletto metallico che le azionava. Esse erano collegate, attraverso barre, cavi e ganci in tensione ad una struttura centrale composta da un motore alimentato a gasolio e una grande ruota eccentrica. Collegando, a turno, i diversi pozzi alla centrale di pompaggio era possibile estrarre petrolio da almeno 6 pozzi contemporaneamente, mentre ciascuna delle tre centrali presenti a Vallezza permetteva, alternando turni di riposo a turni di estrazione, di pompare petrolio da 20 – 25 pozzi diversi”.

Tuttavia, nel 1994 il giacimento si esaurì e l'Agip chiuse ufficialmente tutti i pozzi.

Tratto dal seguente link.

A presto.